Nel corso del tempo, col susseguirsi di epoche, mentre alcune civiltà morivano e nuove ne nascevano, muri e barriere continuavano ad essere innalzati. Non è una metafora, parliamo di opere in muratura, di tutte quei sistemi di protezione che da sempre hanno modellato e protetto nazioni, città, paesi. Le prime mura cittadine risalgano a 12.000 anni fa e le ritroviamo collegate a Gerico Gerico, la città della Bibbia, costruita intorno al decimo millennio a.C.

Lo storico David Freye, docente di storia antica presso la Eastern Connecticut State University, ha di recente pubblicato il saggio “Muri. Una storia della civiltà in mattoni e sangue”. Il titolo, già di per sé così emblematico, apre una finestra su un mondo immenso, quello costituito da tutti quei muri e sistemi di difesa che hanno consentito, e consentono ancora, alle civiltà di svilupparsi. Per migliaia di anni, quei muri sono stati costruiti, ammirati, assaltati, danneggiati, oltraggiati, ma hanno mantenuto inalterato il loro valore strutturale e la loro valenza simbolica. Nati con l’intento di ovviare all’esigenza di sicurezza e dettati da uno stato di perenne allerta, i muri hanno consentito a chi viveva dentro gli edifici di prosperare intellettivamente. La guerra e le armi erano fuori, era dentro che le menti si sentivano libere di ampliare i propri orizzonti.

In un passo del libro si legge che “Furono i muri a dare alla gente la sicurezza di sedersi e pensare. È difficile immaginare un romanzo scritto in un mondo in cui ogni uomo è un guerriero. Fino a quando una società non raggiunge la sicurezza, non può pensare ad altro che ai pericoli che la circondano“. Non è un caso che sempre più persone oggi scelgano opere in muratura per donare agli stabili totale protezione e sicurezza. Oggi come in passato, i muri in pietra, estremamente compatti, creano un perfetto isolamento tra gli ambienti interni e quelli esterni, distribuendo in maniera regolare le forze di compressione che agiscono sui muri stessi.